“Quanto costa al Pianeta il piatto che ho di fronte ?”

La domanda che oggi bisognerebbe farsi al momento del pasto (insieme alla più soggettiva “come mi sentirò dopo ?”), dovrebbe essere proprio “Ma quanto costa al Pianeta il piatto che ho di fronte ? quanto costa in termini di risorse energetiche e ambientali ? Troppo difficile ? Ecco un piccolo aiutino con dati recuperati dai siti web ufficiali che riportano gli studi delle fonti più accreditate come FAO, UNESCO, il World Future Council.

“Si calcola che fino al 50% del peso totale del cibo vada  sprecato prima di essere consumato. Nei paesi ricchi il cibo viene perduto nelle case private, nei ristoranti e nei supermercati. Nei paesi poveri spesso i prodotti commestibili si perdono nel passaggio dal coltivatore al mercato perché non vengono conservati né trasportati in modo adeguato. I consumatori dei paesi industrializzati potrebbero cominciare a servire porzioni più piccole, recuperare gli avanzi e creare misure antispreco nei bar, ristoranti e supermercati a prendere ”.

Sprechiamo acqua.  E’ stato calcolato che, per un kg di carne manzo, si consumano fino a 15.500 litri di acqua includendo non solo il consumo di acqua di un capo di bestiame ma anche il fabbisogno idrico delle colture che vanno a sfamare gli animali. Per la stessa quantità di caffè si possono consumare fino 18.900 litri di acqua. Perciò il consumo di acqua legato all’agricoltura e all’allevamento, ammonta al 70% di acqua dolce disponibile sul pianeta.

Sprechiamo anche combustibile: servono 78 calorie provenienti da combustibili fossili per ottenerne una di carne bovina, 39 calorie di combustibile fossile per una caloria di uovo e 36 per 1 caloria di latte.

(Fonte: Jean Pierre Berlan, direttore di ricerca presso Institut National de la Recherche Agronomique di Montpellier)

E solo In Italia gli animali da allevamento producono ogni anno 19 milioni di tonnellate di feci, a scarso contenuto organico, perchè si tratta di animali alimentati con scarsi nutrienti, e una quantità di farmaci che vanno dagli ormoni agli antibiotici, che equivalgono a quelle prodotte da circa 140 milioni di persone da aggiungere a quelle che già vivono nel nostro Paese ? Questo contribuisce considerevolmente all’ inquinamento nelle falde acquifere.

E la Terra, tecnicamente definita dagli scienziati “suolo”?            Per sfamarci con gli allevamenti intensivi,  abbiamo provocato l’ 80% della deforestazione globale mentre il 70% della superficie totale coltivata è destinato a nutrire gli animali da allevamento, con un impoverimento obiettivo,  dato dai processi intensivi di coltivazione che non tengono conto del fisiologico ricambio di colture nei tempi corretti, che servono a nutrire e a rigenerare il “suolo”.

E allora porsi ogni tanto questa domanda, cominciare a riflettere, sapere che se si assume una scelta alimentare come non superare il consumo di carne quella volta la settimana che anche la mitica piramide della dieta mediterranea, gold standard della salute, suggerisce per restare sani, aiuta noi a vivere meglio, l’agricoltura planetaria a produrre in modo sano cibo vegetale di buona qualità destinato ad umani e non a capi di bestiame da scarificare in nome di non si sa più quale strano principio, perché di salute o di etica certo non si tratta.

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Il Cibo Amico

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