Ho scelto questo titolo per un seminario che tengo l’ultimo we di maggio al Centro Studi e Ricerche per la Volontà di Bene, Uriel, a Collesano in provincia di Palermo.
L’ho scelto perché, da medico e da praticante della Coerenza cardiaca, mi sono resa conto di quanto diamo per scontata nella nostra vita la presenza del nostro cuore e la sua efficienza, e di come nella quotidianità, dimentichiamo che ogni singolo moto emotivo, nervoso e, naturalmente, fisico, possa generargli piacere o disturbo. Non ce ne rendiamo proprio conto perché ignoriamo del tutto la sua sensibilità. Eppure espressioni come “cuore sensibile o delicato” sono frequenti nel nostro linguaggio. In effetti rappresentano bene la suscettibilità organica che caratterizza questa “centralina”, nobile ed essenziale per il retto funzionamento di tutta la struttura psicofisica.
Si dirà, “e allora, che possiamo fare ?” Moltissimo, se solo cominciassimo a considerarci i custodi di un prezioso tesoro che vive all’interno di noi.
A volte ai miei pazienti, osservando come trattano il loro corpo, parlandone del nostro “veicolo” in questa dimensione fisica, faccio l’esempio del proprietario di una Ferrari. Chiedo “ma mangerebbe mai un pacchetto di patatine all’interno della sua raggiante Ferrari ?” oppure “afferrerebbe il volante con le mani fatte di olio ?”. Eppure ciò che non faremmo mai con un bene esterno cui teniamo, spesso invece è una costante nell’”uso” del nostro corpo, perché ne siamo tanto identificati da non renderci conto della sua preziosità, se non in caso di malattia.
E’ solo la consapevolezza che ci permette di prendere in mano quella che noi medici promuoviamo come Prevenzione primaria e che dipende, esclusivamente. dai nostri comportamenti quotidiani.
Nella Medicina dello Stile di vita, spingiamo molto sulla motivazione a curare la salute, e anche a recuperarla in caso di malattie conclamate, diminuendo il carico farmacologico e ritrovando vitalità.
In questo un ruolo centrale lo ha proprio la consapevolezza di curare il proprio cuore.
HeartMath, l’istituto di ricerca californiano che ha posto alla base le potenzialità della centralina cardiaca, ha il merito di aver portato l’attenzione della comunità scientifica sull’importanza dell’autoregolazione emotiva per l’efficienza del sistema cardiocircolatorio.
Già la PNEI, la PsicoNeuroEndocinoImmunologia, aveva evidenziato la connessione tra i sistemi ponendo al centro lo Stress, come sindrome di adattamento capace di deviare ad un certo livello il retto funzionamento degli organi. Ma HeartMath è andato oltre e ha scommesso sulla possibilità di generare Coerenza cardiaca attraverso l’evocazione di emozioni e sentimenti positivi, trovando l’antidoto all’eccesso di attività dell’amigdala, il nostro guardiano encefalico dell’alll’erta, che ci ha garantito la sopravvivenza come genere umano, su questo Pianeta, nei millenni.
Come spesso diciamo, oggi non siamo più a rischio di essere sbranati dal leone, ma il rischio “felino” è stato assunto dalle tante beghe quotidiane che con l’accelerazione dei tempi, sembra non si sia più in grado di gestire. Questa condizione stressante, tecnicamente definita carico allostatico, che altera l’equilibrio di cui abbiamo bisogno, finisce col generare stati infiammatori e alterazioni del ritmo cardiaco.
Allora ? come riusciamo a recuperare la Salute e a difendere il nostro cuore, rispettando questa sua naturale disposizione a farsi carico delle alterazioni di tutto l’organismo ?
Il concetto di Resilienza, ormai diffuso anche in Psicologia e Medicina, bene si applica al Cuore, che come un capitano coraggioso conduce la sua nave sapendo quando rallentare o accelerare. La variabilità del suo battito è la sua forza, e l’indicatore della sua salute. Ma la flessibilità, ovvero l’elasticità con cui quest’organo neuroendocrino garantisce la variazione armonica di questi battiti, può essere alterata dalle interferenze continue di un sistema neurovegetativo in squilibrio, e, nel tempo, un eccesso di simpaticotonia , o anche di vagotonia, iperattività/tensione o tristezza/depressione, possono danneggiare questa funzionalità.
Diventare consapevoli di tutto ciò ci aiuta a coltivare atteggiamenti fisici, ma soprattutto psichici più salutari. Rispettosi del Cuore potremmo imparare, ad esempio, a lasciar andare situazioni che ci portano a sprecare la nostra energia vitale. Potremmo cominciare a ridurre atteggiamenti polemici o irosi, potremmo rinunciare ai rimuginii di situazioni in cui ci siamo sentiti tristi o impotenti. Non sono tanto gli eventi in sé di reazione, che possono farci temporaneamente arrabbiare o intristire, ma il perdurare di questi stati emotivi che ci allontanano dalla bellezza dei sentimenti più elevati e nutrienti, di cui anche e soprattutto la funzionalità del nostro cuore beneficia.
Perciò porre al centro della nostra vita la cura del Cuore, già come modello educativo per noi stessi e per le generazioni future, potrebbe porre le basi per una esistenza più salutare in tutti i sensi.
Se vi fa piacere seguire la conferenza: giovedì 25 maggio alle 18 ci troveremo su Zoom.
La sessione sarà attiva dalle 17,45.
Ecco il link di collegamento:
https://us02web.zoom.us/j/86522754084